Tornerà il sole e sarà tutto bellissimo

Avevo 34 anni quando tutto è cominciato: una diagnosi di linfoma non Hodgkin che mi ha travolta, lasciandomi senza fiato.

Ricordo le notti insonni in attesa degli esiti degli esami, l’ansia che non mi abbandonava mai, la paura di ammalarmi ancora prima di iniziare la chemioterapia. Una volta ho perfino dovuto rimandarla per colpa di una semplice influenza — eppure in quei giorni tutto sembrava enorme, fragile, precario.

Poi è arrivato il momento di affrontare davvero la cura. Ho perso i miei lunghi capelli e con loro una parte di me. La mia parrucca, che chiamavo affettuosamente Camilla, all’inizio la odiavo. Mi sembrava un travestimento, qualcosa che non mi apparteneva. Ma col tempo ho imparato a farmela amica, a guardarmi allo specchio e a riconoscermi anche con lei, diversa ma sempre io.

Il mio corpo è cambiato, si è fatto esile, segnato. Eppure, dentro di me, cresceva una forza nuova, quella che ti sorprende quando pensi di non averne più. Oggi i miei capelli sono tornati, non più lunghi come prima, ma con un carré che — per assurdo — è proprio come quello che portavo con Camilla. E mi piace. È come se fosse rimasto qualcosa di lei, un simbolo di tutto ciò che ho attraversato. Le cicatrici che un tempo non riuscivo ad accettare oggi sono parte di me. Sono i segni di tante battaglie perse, ma di una guerra vinta.

Oggi sto bene. Sono rinata. Accanto a me c’è Marco e insieme stiamo inseguendo un nuovo sogno, una nuova vita che profuma di speranza. Questa è la mia seconda vita e la vivo ogni giorno con gratitudine, leggerezza e amore. Perché dopo aver visto il buio, impari davvero a riconoscere la luce.

Marika