La storia degli altri è diventata la mia
Sono uno dei centocinquantamila colpiti da un tumore del sangue chiamato linfoma, per la precisione linfoma non Hodgkin. Forse nel mio destino erano scritti questi 18 cicli di chemioterapia, 19 sedute di radioterapia, un trattamento immunologico avanzato con Car-t. Ma ho superato tutti gli ostacoli e oggi sono in follow up. Il mio grazie va a tutti i medici e gli infermieri che non hanno mai smesso di sostenermi e che ora chiamo famiglia.
La storia degli altri a volte diventa la tua, così è successo a me. Sono uno dei centocinquantamila colpiti da un tumore del sangue chiamato Linfoma e la mia, di storia, è iniziata il 24 maggio 2022.
Quel giorno mi hanno ricoverato d’urgenza al Policlinico Umberto I e poco dopo è arrivato il responso: linfoma non Hodgkin. Io un pochino me l’aspettavo dato che sono farmacista e avevo inquadrato i sintomi. Ma sentirselo dire in faccia è tutta un’altra storia. Un anno e mezzo fa ripetevo a me stesso che ero pronto ad affrontare questo nuovo percorso, la verità è che sapevo ancora poco sulle salite e discese che avrei affrontato.
Ho iniziato subito le terapie, prima da ricoverato e poi in sala chemio da esterno. Non hanno avuto l’effetto sperato quindi sono passato alla radioterapia e poi successivamente all’infusione di Car-t. Tutta la terapia è stata costellata di ricoveri. Ma piano piano il corpo ha iniziato a reagire e io a stare meglio.
Forse nel mio destino erano scritti questi 18 cicli di chemioterapia, 19 sedute di radioterapia, un trattamento immunologico avanzato con Car-t, tre lunghi ricoveri più innumerevoli analisi, rx, tac, risonanze e pet. Avevo emozioni contrastanti, le salutavo, le accoglievo, le accettavo. Anche se non mi piacevano ho imparato a conviverci perché era l’unico modo per mandare via la paura.
Ora sono in follow-up e inizio a guardare avanti. Se sono qui lo devo anche ai medici del Policlinico Umberto I e agli infermieri tutti, che meritano una menzione particolare. Ogni volta che dovevo ricoverarmi sembrava di stare a casa. Oggi tutte quelle per me sono ancora famiglia.
Fabrizio
Storie di combattenti
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