La malattia può privarvi di molte cose ma non della speranza
Il mio nome è Barbara, ho 32 anni e dopo tanto tempo ho deciso di scrivere la mia storia, che per molti anni non ho mai voluto raccontare e che forse una parte di me ha sempre cercato di voler dimenticare. Nel 2008 mi hanno diagnosticato il Linfoma di Hodgkin. Faccio ancora fatica a pronunciarla questa parola. Una parola che in un attimo ha cambiato la mia vita per sempre.
Ricordo ancora il giorno in cui ho ricevuto la diagnosi. Mio papà non smetteva di tenermi forte la mano cercando di trattenere le lacrime, mentre tutto quello che riuscivo a fare era guardare nel vuoto. Avevo 18 anni ed era l’anno della tanto temuta maturità. Non sapevo fino a quel giorno che la più grande prova l’avrei dovuta affrontare contro il cancro. Mi sono sottoposta a 12 cicli di chemioterapia, durante i quali ho avuto il supporto dei miei genitori, la mia migliore medicina, e quello delle infermiere del reparto, che mi hanno accompagnata lungo questo percorso che sembrava non finire mai.
Il dolore più grande non era perdere i capelli o la sofferenza fisica ma era vedere il dolore negli occhi dei tuoi genitori, degli amici. Durante questo periodo, ho cercato comunque di vivere la mia vita nel modo più “normale” possibile. Dopo sei mesi di cure estenuanti, il 21 maggio del 2009, dopo una serie di esami, mi hanno comunicato di essere negativa alla PET. È stato il giorno più bello della mia vita. Da quel momento ho capito che non sarei più stata la stessa persona di prima e che avrei potuto affrontare qualunque sfida la vita avesse in serbo per me. Per questo, a distanza di anni dico a tutti i malati di non smettere di credere nella guarigione e nel progresso della scienza perché il cancro può privarvi di molte cose ma la speranza è l’unica cosa che NESSUNO potrà mai togliervi.
Barbara
Storie di combattenti