Io, mamma, il cancro, la vita
Mi chiamo Roberta ho quasi 32 anni e quando ne avevo compiuti da poco 30 è arrivata la sentenza prepotente e senza mezzi giro di parole del Linfoma.
Nel momento più bello della mia vita, una massa di 15 cm ha deciso di piazzarsi sul mio mediastino per bloccare tutto, vasi sanguigni, respirazione, sogni, progetti.
Dopo lo shock iniziale di chi non è stata mai male e si trovare improvvisamente ad essere malata di cancro, decisi di reagire, di condividere il mio dolore con chi quello stesso dolore lo aveva già provato o magari si fosse trovato poi in futuro a provarlo.
Diedi vita a una pagina Facebook chiamata "dajerobs", anche il titolo era una auto-incitazione a non mollare. Ma il peggio doveva ancora venire.
Dopo venti giorni dalla diagnosi, arrivò un uragano ancora più potente. Mia madre si sentì male all'improvviso, la corsa in ospedale e la diagnosi: adenocarcinoma pancreatico con metastasi al fegato.
Mi dissero che aveva solo sei mesi di vita.
Io e mio padre decidemmo di non dirle che era una malata terminale, era troppo grande per lei già il dispiacere di vedere sua figlia malata di cancro .
Iniziò anche lei le sue chemio. Io le facevo martedì e lei mercoledì.
Ogni giorno sapevo che era un giorno in meno da trascorrere insieme a lei. Ma ho fatto di tutto per rendere i suoi ultimi mesi il meno drammatici possibile. Mai un lamento da parte mia , andavo a fare le chemio e correvo a casa da lei per farla ridere, scherzavamo sui nostri capelli che se ne andavano, sui nostri visi gialli, sulle nausee. Cercavo di farla ridere su tutto mentre il mio cuore sanguinava di dolore.
Mia mamma mi ha lasciato il 23 giugno quando a me mancavano ancora tre sedute di radioterapia per finire il percorso.
Ho trasformato la nostra storia in un libro "Tu con me" di cui tutti i diritti d'autore andranno al Comitato per la vita Daniele Chianelli che si occupa proprio dei ragazzi malati di Leucemie Linfomi e Mieloma.
Non bisogna mai mollare, nemmeno quando si sta bruciando tra le fiamme dell'inferno. Il cancro non deve essere una sentenza.
Grazie di avermi ascoltata. Un dolore condiviso e un dolore che pesa meno.
Robs
Storie di combattenti