Il mieloma multiplo non deve vincere

    Il mieloma multiplo non deve vincere

    La mia odissea è iniziata nell'ottobre 2014. A 43 anni mi hanno diagnosticato il mieloma multiplo e mi è crollato il mondo addosso. Pensavo alle mie figlie che avevano 15 anni e 19 anni e che non volevo lasciare, non ero pronta. Pensavo a mio marito, la mia persona, che non riesce a comprare nemmeno un paio di calzini senza di me. 

    Ho iniziato a combattere: chemio, due autotrapianti e tutte le complicazioni possibili e immaginabili, tanto che certi giorni ho pensato di non farcela. Dopo tante sofferenze ho ottenuto una remissione parziale della malattia e ho vissuto quasi quattro anni di relativa tranquillità, ma ad ottobre 2019 il mieloma è tornato e non l’ho presa molto bene. Ho pianto per tre giorni pensando di dover iniziare le terapie, che ti aiutano ma che hanno mille effetti collaterali: mi sono di nuovo gonfiata e non dormo più. In alcuni momenti ho pensato: “Magari questo mieloma vincerà”. 

    Non so come andrà ma di sicuro non gli darò vita facile, sono sei anni che la malattia ha tolto la serenità a me e a tutta la mia famiglia, a mio marito e alle mie figlie. Questa è la mia battaglia, solo io posso scendere in campo e anche se sono un po’ stanca voglio raggiungere i miei piccoli, grandi obiettivi: vedere le mie figlie realizzate, vedermi invecchiata insieme a mio marito, festeggiare i 100 anni della mia mamma, essere felice con poco, all’alba prendere il caffè nel mio salone e vedere le luci che si accendono nelle case per l’inizio di un nuovo giorno. So che non devo arrendermi e guardare con fiducia e speranza alla ricerca.

    Maria

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