E poi pensare che domani sarà sempre meglio
Se Giuliana oggi è qui:
è grazie all'AIL;
è grazie a chi l'ha condotta dai medici giusti;
è grazie a questi ultimi che ha incontrato e che, nonostante il suo stadio fosse avanzato, l'hanno fatta guarire;
è anche grazie alla sua migliore amica, sua sorella come la chiama lei, che dopo mesi e mesi in cui Giuliana ripeteva di stare bene, anche se era palese non fosse così, telefonò alla mamma di Giuliana e le riferì che qualcosa non andava.
Giuliana nel 2006 si ammalava di Linfoma di Hodgkin che già il nome di per se è complicato e neanche tanto simpatico.
Nel 1994 la bellissima Jacqueline Kennedy Onassis moriva a causa di un linfoma, dodici anni dopo Giuliana si ammalava dello stesso male, guarendo dopo pochissimo tempo e gridando al miracolo, visto lo stadio avanzato con cui la malattia si presentava.
Questo dimostra che la ricerca sta facendo passi da gigante e, anche se in Italia molte cose non funzionano, c'è gente che lavora onestamente e ci mette l'anima, l'impegno e le competenze: medici, ricercatori, infermieri, volontari e Onlus oneste come l'AIL.
Il Linfoma è una malattia che a differenza di altre, proprio perché esistono vari stadi, ma anche varie tipologie, si manifesta in modi e intensità diverse a seconda del soggetto.
Nel caso di Giuliana la malattia non si è manifestata in modo evidente.
Il linfoma fu cattivo come un bambino dispettoso che gioca a nascondino, che non si fa vedere, ma si fa sentire perché urla fastidiosamente.
Lei orgogliosa e caparbia non voleva ammettere di star male e la positività che l'ha sempre contraddistinta, le faceva pensare che tutto si sarebbe risolto. Per questo continuava a fare la vita di sempre.
Invece il signor Hodgkin non glielo permetteva. Con il passare delle settimane e dei mesi era sempre più invasivo e invadente.
Avete visto "Caro Diario" di Nanni Moretti? Ecco, la storia di Giuliana è talmente simile che se quel film non fosse stato girato molti anni prima potrebbe sembrare una sua idea.
Giuliana sentiva che quelle fitte nella schiena erano sempre più lancinanti, quei pruriti insostenibili e odiava tutti gli acari perché le avevano fatto credere che il problema fosse la polvere. Lei, che non era abituata a far trascorrere neanche una giornata senza passare l'aspirapolvere…
Un “sapientone” le disse che era allergica al pelo del gatto e doveva dare via i suoi; qualcun altro, invece, disse che era un'allergia di tipo alimentare.
Alla fine la "giusta" sentenza: una semplice e banalissima orticaria, e così mesi e mesi di cortisone e di medicinali costosi e difficili da reperire... tutto inutile!
Un giorno di metà maggio, durante la prova di un esame universitario, passò tutto il tempo del compito a grattarsi, così tanto forte da voler sbattere la testa nel muro.
Una notte lo stava per fare davvero.
La schiena piena di graffi fino a vedere il sangue, la porta del bagno che sbatteva ogni quarto d'ora nella notte.
Barbara che dormiva con la porta della sua stanza aperta. Lei sentiva e sapeva, stava male come se la porta del bagno le venisse sbattuta in faccia ogni volta... non capiva, ma sapeva.
Entrambe in silenzio si guardavano e non capivano, ma sapevano. Capire e non sapere, strana come cosa, ma purtroppo era così!
Per mesi Barbara è stata l'unica a vedere la parte più brutta di quella malattia. Giuliana gliel'avrebbe tanto voluto risparmiare, ma vivevano in casa insieme e non poté evitarlo.
Non avrebbe voluto far vedere a nessuno il suo malessere, il non potersi più vestire perché ogni tessuto sul suo corpo era come benzina che incendia, una tosse da far paura e un corpo che non è più il suo!
Sarebbe bastato vedere Caro Diario o scrivere su internet quei sintomi!
Molti pensano che le terapie siano la parte più brutta della malattia, per Giuliana non è stato così perché anche se ci si gonfia, si perdono i capelli, ciglia e sopracciglia...lei finalmente iniziava a stare bene!
Vanitosa da morire, più ingrassava e perdeva i capelli, più si truccava e indossava vestiti all'ultimo grido.
Il vantaggio di curarsi a Roma, shopping un giorno si e l'altro pure, orpelli dappertutto, parrucche e anche se il mascara non poteva più metterselo lei continuava a comprarlo perché l'ottimismo le scorreva nelle vene e sapeva che un giorno le sue lunghe e folte ciglia sarebbero tornate a sbattere sugli occhi scuri.
Giuly non finirà mai di ringraziare la sua migliore amica per aver detto alla madre che non stava bene... Giuliana continuava a tenerlo nascosto perché non voleva rallentare la sua vita, i suoi studi.
Se Barbara non l’avesse detto, oggi, probabilmente, non sarebbe stata qui a scrivere.
Quando comprerete le Stelle di Natale AIL forse penserete anche un po’ a Giuliana e capirete che i miracoli esistono e non solo grazie all'aiuto di Dio, ma anche grazie all'AIL.
Tratto da una storia vera.
Giuliana
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