Si esce dal buio ma ci si deve passare dentro

    A 37 anni non respiravo più, avevo un dolore terribile e un senso costante di oppressione sul petto. Il giorno del compleanno di mio figlio scopro di avere una massa enorme nel mediastino che ha un nome: Linfoma a grandi cellule B. Inizia un percorso di cure importante, fatto di lacrime, paura, angoscia e infine accettazione. Ho imparato la Pazienza nelle ore attaccata alle flebo, ho imparato ad accogliere ciò che non posso cambiare, ho imparato ad accettare e chiedere aiuto. Oggi sono grata di poter crescere ancora i miei bambini e a chi sta ancora lottando dico: si esce dal buio solo passandoci attraverso.

    La storia di Paola

    Era il compleanno di mio figlio, 9 anni, ed io ero in Pronto soccorso perché non respiravo quasi più, avevo un terribile dolore al petto, una forte e costante oppressione dietro lo sterno. Non potevo più deglutire, nei mesi precedenti i medici non avevano capito il motivo...mi avevano diagnosticato prima un calcolo alla cistifellea e poi il reflusso con gastrite. Dopo i raggi al petto vidi arrivare il medico con una faccia cupa e capii che era una cosa grave: pensai alla cosa più brutta che mi veniva in mente avendo 37 anni ed essendo in perfetta salute "Avrò la polmonite".

    E invece: "Lei ha una massa enorme nel mediastino" cosa??? Medias ...cosa? Non sapevo nemmeno che esistesse il mediastino nel nostro corpo. Mille pensieri, ma i più intensi erano verso i miei 2 figli "Cosa ne sarebbe stato di loro senza la mamma??? Dovevo ancora proteggerli, sono piccoli" LACRIME. Poi un intervento d'urgenza per collasso bilaterale ai polmoni causato dalla massa. Quella maledetta massa aveva un nome: Linfoma del mediastino a grandi cellule B con massa Bulky, cioè enorme.

    Appena il tempo di togliere la pompa di drenaggio dai polmoni e l'invio in Ematologia per la visita con l'ematologo. Linfoma di 19 cm , pericardite in atto e trachea spostata a causa della massa. "Non c'è tempo da perdere, lei viene ricoverata oggi pomeriggio per avvio della chemioterapia in reparto ". PAURA. ANGOSCIA. ACCETTAZIONE. Il protocollo è R da Epoch una immuno-chemiotererapia molto forte 1 anticorpo monoclonale e 5 infusione di un mix di chemio 24 ore su 24.

    Dopo innumerevoli complicazioni durante le terapie, trombosi venosa profonda, intossicazione di grado 3 al fegato, tachicardia ai limiti del ricovero con oltre 120 battiti giorno e notte, arriva la fine. La sensazione è che non fossi più io quella persona, erano le infermiere che mi ricordavano chi fossi prima di attaccare la chemio: " nome e data di nascita " chiedevano, allora capivo che ero proprio io la malata.

    Ho imparato la Pazienza nelle ore ed ore passate in sala di attesa e attaccata alle flebo, ho imparato l'Accettazione di ciò che non posso cambiare, ho imparato ad accettare e chiedere Aiuto, a fermarmi, io che sono una forza della natura. Sono grata alla mia mamma, che con Amore e dedizione si è presa cura di me e dei miei figli per 6 lunghi mesi, sono grata alle mie più care amiche, sempre presenti, sono grata alle mie splendide colleghe. Sono grata al mio compagno che mi è stato vicino e ha mantenuto la calma e la normalità per i nostri figli. Sono felice di poter crescere ancora con i miei bambini. Per chi sta ancora lottando, forza! SI ESCE DAL BUIO, MA CI SI PASSA DENTRO.

     

    I vostri commenti (3)

    GUNDEFINED
    Gianna Torelli
    07/05/2024
    Sembra la mia storia... O quantomeno, la prima parte della mia storia. Troverò il coraggio anche io di raccontarmi... Intanto un abbraccio forte e viva la vitaaa
    EM
    Ercole Mereghetti
    07/05/2024
    Mai mollare,in fondo al tunnel c’è sempre il sereno.Un abbraccio e un bacio da chi come te è passato nel tunnel.Noi però siamo leoni.
    RM
    Renata Murador
    14/05/2024
    Avere un sogno...aiuta tantissimo grande donna

    Sei anche tu un combattente?

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