Mio figlio mi ha salvato la vita.
Nel 2023 mi viene diagnosticata una Leucemia Mieloide Acuta, dopo settimane di dolori fortissimi al bacino. Quel giorno inizio la chemio, la prima di diversi cicli che mi portano al trapianto. È mio figlio a donarmi una nuova vita, con i suoi 27 anni, grazie alla donazione delle sue cellule staminali. Oggi, anche se cammino male e le braccia non le muovo bene, sono tornato alla mia attività e ho anche sposato la mia compagna, che mi è stata sempre accanto. Io voglio vivere e se posso farlo è grazie alla ricerca e anche grazie ad un po’ di fortuna.
Il 14 luglio 2023 ( giorno di Santa Rosalia per noi palermitani) finisco al pronto soccorso dopo due settimane di dolori indicibili al bacino, senza che nessuno capisse cosa fosse. Mi viene diagnosticata la leucemia mieloide acuta e inizio subito la chemio. Resto in ospedale 47 giorni e non solo risulto refrattario ma sviluppo anche una infezione ospedaliera che mi viene scoperta per caso facendo il prelievo di midollo. Era una osteomielite. Riescono a trovare un antibiotico adatto, inizio una seconda chemio forte, vedo i dottori perplessi...ma alla fine questo secondo ciclo riesce.
Nel frattempo mio figlio viene individuato come donatore e dopo una terza chemio pre-trapianto, il 4 dicembre il mio ragazzo, a 27 anni, mi dona la vita con le sue staminali. Inizio la quarta chemio, nel frattempo in ospedale svengo e cado faccia a terra...naso rotto e compressione delle cervicali ma sopravvivo anche a questo e inizio la fisioterapia per fare ripartire le braccia e le gambe che sono ora deboli e indolenzite.
Oggi, anche se cammino male e le braccia non le muovo bene, sono vivo, senza malattia residua ed è passato più di un anno dal trapianto. Nel frattempo, ho anche sposato la mia compagna, che mi è stata sempre accanto, sono stato a vedere sposarsi anche mio figlio e, seppur da casa in telelavoro, ho ripreso la mia attività. Mi sento un miracolato e sono andato a ringraziare Santa Rosalia al Santuario di Palermo.
Io voglio vivere e penso che la ricerca medica abbia fatto passi da gigante, anche se le strutture ospedaliere hanno i loro ben noti problemi. Fino a vent'anni fa al trapianto che ho fatto io sopravvivevano ben pochi, oggi le statistiche sono molto migliorate. Dico quindi di non disperare mai, anche se è vero che la componente "fortuna" è sempre fondamentale. Un abbraccio a chi come me sta ancora cercando di rinnovare tutte le sue forze in nome della guarigione.
Roberto
Storie di combattenti