La storia di Enza

    Sono Enza e nel 2021, durante la seconda ondata di Covid, ho scoperto di avere un Linfoma non-Hodgkin. La diagnosi è una di quelle che ti lascia senza fiato, senza parole e che ho dovuto affrontare da sola per via della pandemia. Oggi, a 23 mesi dall’ultima infusione di chemioterapia, ringrazio perché sono viva, perché la scienza e la medicina vanno avanti!

    La storia di Enza

    La scoperta della malattia

    Ho scoperto di avere un Linfoma di non Hodgkin il 12 Marzo del 2021, nel bel mezzo della seconda ondata della pandemia di covid. Nel Dicembre del 2020, ho iniziato a notare dei capillari rotti sotto il seno, mentre il mio viso ha iniziato a gonfiarsi..Ero terrorizzata all’idea di andare in ospedale, visto quello che stava succedendo con il covid. I giorni passavano e sintomi peggioravano ero quasi irriconoscibile, quasi non riuscivo ad aprire gli occhi da quanto il viso era gonfio. Pensavamo fosseun'allergia, visto che qualche mese prima avevamo adottato un micio.

    Tra una compressa ed un'altra di cortisone approdo ad una visita allergologica, fatti tutti i test ovviamente negativi,alla Dottoressa sorge un dubbio, guardando i capillari che ormai non erano solo più localizzati nella regione sotto al seno,ma sparsi sulla schiena e sul collo. Sentendo la mia tosse che ormai quasi non mi faceva più respirare, decide di prescrivermi una lastra ai polmoni e da qui è iniziato il mio percorso ospedaliero.

    Una diagnosi fatta dopo tutti i controlli del caso,una di quelle diagnosi che ti lascia senza parole,che ho dovuto accogliere senza nessuno al mio fianco perché in quel periodo in ospedale ci dovevi stare da sola.

    E da sola ho dovuto imparare la differenza tra una TC e una PET e cosa sia un prelievo del midollo. Il giorno del mio 43esimo compleanno ho fatto la mia prima PET, per avere la conferma che quello da annientare era un Linfoma Primitivo Del Mediastino,ancora mi chiedo come faccia una malattia con un nome così a non incutere terrore.

    Il cammino verso la guarigione

    Nello stesso giorno ho chiesto a mio marito di portarmi delle forbici, perché prima che LUI facesse in modo in farmi perdere i capelli ,li avrei tagliati io,perché ora che sapevo con quale male avevo a che fare, non gli avrei più dato modo di prendere il sopravvento su di me e sulla mia vita,per troppi mesi glielo avevo già permesso. Ho avuto giorni in cui mi sembrava mi fosse passato addosso un TIR addosso,ma ho avuto intorno a me Medici Infermieri OSS che mi hanno raccolta dandomi tutto quello che potevano.

    Ci sono stati dei giorni in cui la paura mi teneva in pugno ma non ho mai smesso di avere fiducia nei Medici, non ho mai smesso di pregare perché tornassero i miei giorni, quelli fatti di mille corse. Altre volte invece, guardando il mio riflesso senza capelli e sopracciglia, mi dicevo “cavoli ora sembro proprio malata”.

    Quando mi hanno descritto il percorso da fare,sembrava un percorso interminabilmente lungo,ma tra un ciclo di chemio e l’altro respiravo la vita “normale”e la desideravo più di ogni altra cosa,volevo tornare dalla mia famiglia a casa mia.

    Quando si è in cura si passano più giorni in ospedale che a casa,ed e in questo posto che ho capito di non essere sola,ho imparato che i capelli ricrescono poi corti mi stanno bene,ho imparato che quando il tempo sembra non passare, hai più tempo per fare quello che di solito non puoi fare,ho imparato che anche quando tutto sembra nero,il nero snellisce.

    Oggi a 23 mesi dall’ultima infusione di chemioterapia faccio i miei controlli,quando ripercorro i corridoi con un passo spedito mi guardo intorno e penso a quando il mio passo era lento e sofferente e ringrazio per quanto la scienza e la medicina vadano avanti!

    Ad ogni controllo, rosicchio un mese in più, un passo alla volta mi allontano dalla diagnosi della malattia, ma mi tengo stretti i ricordi di quei giorni in ospedale in modo che mi ricordino quanto bella sia la vita! Ho imparato che tutto ci insegna qualcosa, anche le cose brutte poi non sono così brutte se riusciamo a trarne qualcosa!

    Se mi chiedessero di mandare un messaggio a chi si trova di fronte ad una diagnosi come la mia direi: “tutto passa,non avere fretta, cerca di viverti un passo alla volta senza pensare a come andrà, perchè deve andar bene!"

    Questa sono io Alfonsa per gli amici Enza,una mamma,una moglie una donna che mai avrebbe creduto di riuscire ad affrontare quello che ormai è un ricordo,ed è grazie a LUI seora sono consapevole di quello che posso fare.

    UN GRAZIE,GRANDE PIU’ DEL MONDO AL REPARTO DI EMATOLOGIA UNIVERSITARIA DELL'OSPEDALE MOLINETTE DI TORINO.

    I vostri commenti (5)

    MC
    Maria Casella
    13/10/2023

    Io sono Maria, ho 71 anni e da maggio sto lottando con un linfoma mantellare, sto solo al terzo ciclo di chemio. Mi sto curando presso l"ospedale Caserta reparto ematologia con il dott. Rosario Bianco una persona con una umanità splendida,spero che tutto vada bene

    SG
    Silvana Gallo
    13/10/2023
    Sono la mamma di un ragazzo di 28 anni anche lui nel 2021 ha scoperto di avere lo stesso Linfoma: è stato un fulmine a ciel sereno ! Ora anche lui è in remissione e ha ripreso la sua professione di ballerino. Lui ci ha creduto sempre e non ha mollato
    LUNDEFINED
    Luisa Occhiochiuso
    16/10/2023

    Anche x mio marito che soffre di LLC siamo in cura alle Molinette, che in alcuni momenti della mia vita è diventato un posto dove stavo meglio lì che a casa!

    RUNDEFINED
    Roberto Palmeri
    13/10/2023
    … sembra il racconto della mia vita… ah maiora
    LL
    Lorena
    13/10/2023
    Enza i mando un grosso Bacio anche io ho finito da poco la terapia i capelli stanno ricrescendo devo fare la PET e la tac spero che va tutto bene anche io.Enza un linfoma non hoching a Grandi cellule speriamo cose belle per tutti ❤️❤️❤️

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