A 19 anni dal linfoma sono ancora qui. E voglio vivere ogni secondo

    A 19 anni dal linfoma sono ancora qui. E voglio vivere ogni secondo

    Estate 2001… in testa le vacanze, il mare e i 18 anni da compiere dopo pochi giorni. Sembrava tutto sotto controllo, anche quella piccola protuberanza al collo per nulla fastidiosa, ma che proprio non se ne voleva andare nemmeno dopo mesi e mesi di antibiotici. Senza troppa preoccupazione mia mamma mi porta ad una visita specialistica e li tutto cambia :”Secondo me è un tumore “ dice il medico tenendo le mie gambe tra le sue e stringendomi forte le ginocchia con le mani, come a volermi dare tutta la forza di cui avrei avuto bisogno.

    Le sento ancora quelle mani… Linfoma di Hodgkin, II stadio. Il giorno del tanto atteso diciottesimo compleanno Barbara, ottima infermiera e cara amica di famiglia, con estrema delicatezza mi levava i punti della biopsia. E chi l’avrebbe mai detto che proprio questo sarebbe stato il ricordo di quel giorno! Poi le visite, gli esami, l’inizio della quinta superiore e la calendarizzazione della chemioterapia.

    Affrontavo tutto con l’incoscienza tipica di un’adolescente. Mi disperavo al pensiero di perdere tutti i capelli; mi ostinavo a non voler saltare nemmeno una lezione di scuola guida (mai e poi mai avrei posticipato la patente) e mi arrabbiavo tremendamente quando mia mamma si offriva di accompagnarmi a comprare una bandana o un cappello. L’inverno era alle porte e lei si preoccupava, mentre io proprio non volevo rassegnarmi a perdere i capelli e con l’aiuto di Katia, zia adorata e ottima parrucchiera, riempivo la cute di fiale anti-caduta!

    Rimarrà sempre vivo il ricordo del reparto, l’odore delle traverse con le quali le infermiere mi coprivano delicatamente per riparare i vestiti dai conati di vomito quando, durante le infusioni, il medico arrivava con quell’odiosa siringa e mi iniettava non so che cosa. Sento ancora in gola quella sensazione di fastidio, nel naso quell’odoraccio e negli occhi le lacrime che proprio non riuscivo a trattenere. Le lacrime più belle il giorno della tac di controllo: il linfoma era sparito! Rimanevano ancora due chemio e la radioterapia ma CHISSENEFREGA! La battaglia la stavamo conducendo noi! Era il 13 Dicembre, S.Lucia. Nevicava e a Pasqua era tutto finito. 

    Rimaneva solo da pensare all’esame di maturità e all’estate che sarebbe seguita, le vacanze, il mare! Sono passati 19 anni e non mi vergogno a dire che non è stato facile. Questa esperienza mi ha segnata nel corpo e nello spirito  ma non cambierei nulla di quel che è stato. Mi ritengo molto fortunata non solo perché sono guarita, ma anche perché la malattia mi ha insegnato a vivere più intensamente la vita, ad assaporare ogni giorno, ogni minuto, ogni singola esperienza. A V I V E R E !!! 

    E’ grazie alla ricerca e all’impegno di tanti medici e ricercatori se io oggi sono qui a raccontare. E grazie all’AIL e ai suoi volontari per l’enorme supporto.

     Valentina

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