La medicina cura ma l’amore salva
Mi chiamo Silvia, sono una mamma, una moglie e una figlia. All’età di 35 anni ho scoperto di avere il linfoma di Hodgkin al secondo stadio, proprio mentre “cavalcavo” la mia vita tra lavoro e famiglia, mentre “programmavo” il futuro, mentre “sceglievo” cosa fare e cosa rimandare. Nessun sintomo, soltanto dei linfonodi ingrossati all’altezza della clavicola e poi di corsa, su suggerimento del mio medico curante (che ringrazio ogni giorno).
Ho fatto degli esami specifici e incontrato il primario di Ematologia di Reggio Calabria, poi la diagnosi: la doccia più gelata della mia vita. È capitato a me, che non sapevo neanche cosa fosse entrare e uscire dagli ospedali. Ai miei cari, che hanno conosciuto la paura di sapere che chi ami può avere i giorni contati. E poi una corsa contro il tempo per iniziare le cure il prima possibile. È arrivata la chemioterapia, quella cura che solo a nominarla fa paura, quel farmaco che a volte sembra ti ucciderà per il modo in cui ti fa sentire e che invece ti salva, pian piano. E finalmente la Pet negativa e poi il pasto più bello della mia vita!
A seguire 12 sedute di radioterapia e adesso sono qui, che mi lecco le ferite della battaglia più grande che abbia mai affrontato, quella per salvare la mia vita, una battaglia che mai avrei vinto senza il grande esercito che mi ha supportato: medici, infermieri e i miei cari! Perché la medicina cura ma l’amore salva! Riparto da me: “le ferite bruciano ma tanto poi guariscono! Alla salute “cit. Jovanotti
Silvia
Storie di combattenti