La storia di Rossana: un lascito per far crescere la ricerca

    Rossana si è ammalata di mieloma ancora giovane, verso i 60 anni, ma grazie alla ricerca è riuscita a convivere con la malattia per 10 anni. La decisione di donare i suoi beni ad AIL si è basata sulla fiducia che lei riponeva nell'Associazione e anche sul suo grande altruismo: ha pensato agli altri, a chi come lei viveva la malattia e a quanto importante sia ogni risorsa per sostenere i progetti di ricerca scientifica.

    La storia di Rossana: un lascito per far crescere la ricerca

    La storia di Rossana Benvenuti

    Mi chiamo Letizia, per anni sono stata una cara amica della signora Rossana Benvenuti. Il mio più grande desiderio è che il suo nome rimanga ben impresso nella memoria collettiva.  

    Rossana è sempre stata una donna forte, attiva, estremamente generosa, ha fatto del bene tante volte in vita e in modo anonimo, anche durante il periodo della malattia. Nel periodo più difficile del suo percorso di paziente con mieloma multiplo ha sempre espresso la volontà di fare un lascito con la speranza che con questa somma si potesse un domani, attraverso la ricerca scientifica, dare un aiuto concreto ai pazienti in modo tale da contribuire ad aumentare la loro aspettativa di vita in modo positivo e dignitoso.  

    Rossana si è ammalata di mieloma ancora giovane verso i 60 anni ed è riuscita a curarsi per una decina d’anni. Ha avuto degli anni buoni compatibilmente con la malattia, i controlli, le terapie. Gli ultimi due-tre anni sono stati più duri e tribolati, per questo lei credeva molto nella ricerca e ripeteva spesso che sperava che il sostegno ad essa potesse servire ai pazienti affetti da tumore del sangue. 

    La decisione di devolvere i suoi beni ad un’Associazione non profit e la scelta di AIL si è basata sulla fiducia che lei riponeva per questa organizzazione che riteneva molto seria, lei voleva che i suoi averi, i risparmi di una vita, fossero utilizzati in modo utile e responsabile, senza alcuna discriminazione per i pazienti.  Per Rossana è stato un atto di grande generosità, lei non aveva un marito né dei figli ma aveva parenti a cui avrebbe potuto lasciare i suoi beni, invece ha fatto una vera e propria scelta di vita e di solidarietà, lasciando tutti i suoi beni ad AIL per far sì che un domani ci possa essere qualche malato con maggiori possibilità terapeutiche.

    La scelta di Rossana è stato un viaggio interiore nel momento più difficile della malattia soprattutto negli ultimi due anni. Ha pensato agli altri, a chi come lei viveva la malattia e a quanto siano importanti le risorse per sostenere i progetti di ricerca scientifica. La sua scelta di sostenere AIL è maturata lentamente e in particolare nell’ultimo periodo della sua vita ed è nata anche dalla consapevolezza di quanto l’Associazione negli anni si fosse impegnata per offrire ai pazienti e alle loro famiglie servizi costruiti intorno alle loro esigenze e per sostenere la ricerca

    Sapevo che Rossana voleva fare qualcosa di concreto come sostenere i ricercatori, le persone qualunque, quelle di tutti i giorni che con i loro piccoli sacrifici offrono un sostegno alla ricerca.  Questi secondo me sono i nostri eroi, eroi nell’ anima. Sarebbe bello che Rossana fosse ricordata come uno di questi tanti e spesso invisibili eroi.  E oggi, anche grazie ad AIL, tutto questo è possibile.

    Grazie ad AIL le volontà di Rossana si trasformano in impegno concreto

    Grazie alla generosità di Rossana, AIL ha potuto indire un bando aperto a tutte le 83 sezioni territoriali dell'Associazione con l'obiettivo di selezionare due studi scientifici nel campo dei tumori del sangue da sostenere. Il Comitato Scientifico AIL ha quindi individuato due progetti di alto profilo presentati dalle sezioni di Bologna e Vicenza e che grazie all'importante contributo della Signora Benvenuti sono oggi diventati realtà.

    Lo studio proposto e condotto da AIL Bologna dal titolo "Verso una nuova diagnosi per la leucemia acuta mieloide: biopsia liquida metabolica” ha come obiettivo quello di applicare allo studio della LAM una nuova tecnologia, quella appunto della biopsia liquida, un potente strumento per ricercare precocemente tracce biomolecolari della leucemia, per una più precisa stratificazione dei pazienti alla diagnosi ma anche per il monitoraggio della risposta alla terapia.

    Lo studio proposto e condotto da AIL Vicenza è il seguente: "Trattamento dei Linfomi non-Hodgkin aggressivi recidivanti/refrattari mediante infusione di cellule killer indotte da citochine (IK) autologhe redirette specificamente contro l'antigene CD20 mediante l'utilizzo dell'anticorpo monoclonale Obinutuzumab".   L’assegnazione del premio relativo al Bando in memoria della Signora Rossana Benvenuti, è stato centrale perché ha permesso di sostenere i costi della ricerca sul progetto CIK (Cytokine Induced Killer Cells), un tipo particolare di linfociti che presentano caratteristiche sia del sistema immunitario innato (prima barriera difensiva contro microbi o cellule tumorali) che del sistema immunitario adattativo (specifico, si attiva solo dopo il contatto con il microbo o cellula tumorale). Non essendo specifiche, le CIK possiedono la capacità di riconoscere vari tipi di tumori, solidi o ematologici ma risparmiano i tessuti normali e le cellule staminali del midollo osseo. Diversi trial clinici hanno dimostrato l’efficacia terapeutica e la bassa tossicità delle infusioni di cellule CIK, supportandole come popolazione cellulare molto promettente per l’immunoterapia. 

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