Con un lascito le buone azioni arrivano lontano
“Ho sempre pensato che vivere solo per se stessi non abbia senso. Per me condividere è una gioia enorme, molto più grande del ricevere. Per questo ho deciso di fare un lascito solidale a favore di AIL”.
Genoveffa ha 83 anni, è calabrese ma ormai è adottata da Livorno, dove tutti quelli che la amano la chiamano Iole. Ha passato la sua vita ad insegnare ai ragazzi della città toscana, trasmettendo il suo impegno e il suo amore per il prossimo.
La scelta di sostenere AIL è arrivata, di comune accordo con il marito, dopo aver toccato con mano la sofferenza della malattia. Ad una giovane alunna della sorella, anche lei insegnante, è stata diagnosticata una leucemia e Iole ha visto con i suoi occhi quanto è difficile e doloroso lottare contro un tumore del sangue, non solo per il malato ma anche per la famiglia. E ha capito anche quanto è importante il supporto dei medici e dei volontari dell’AIL in un momento tanto duro.
Per questo Iole ha deciso di fare un lascito solidale a favore dell’Associazione, che sostiene anche con delle donazioni regolari.
“Ci tengo a dire una cosa, però, e che sia ben chiara: non ho scelto di donare per sentirmi dire grazie. Spesso, come dico sempre, le buone azioni hanno bisogno di una ‘spintarella’ per arrivare lontano. E voglio pensare che il mio lascito faccia percorrere un bel po’ di chilometri al bene che ho voluto fare”.
Storie di chi sostiene