Due anni di Scuola di volontariato AIL: i risultati
Due anni di impegno nonostante la pandemia
I dati parlano di un successo per i primi due anni di vita della Scuola Nazionale di Formazione per i volontari AIL, istituita nel 2019 e che ha ricevuto in questi anni il sostegno non condizionante di Pfizer e Astrazeneca. Il progetto è cresciuto nonostante le limitazioni imposte dalla pandemia, fino a divenire una realtà importante per il tessuto dell’Associazione e per i suoi 15.000 volontari presenti su tutto il territorio nazionale.
I risultati di due anni di impegno per i volontari sono stati presentati in una conferenza stampa che si è tenuta a Firenze in occasione della Giornata Mondiale delle Malattie rare:
3 edizioni, avvio nel 2020 (ott-dic), 2021 e 2022
67 psicologi formati
54 sezioni AIL coinvolte
45 corsi di base avviati in 23 sezioni
600 volontari formati.
Il programma di formazione
Il programma di studio introdotto dalla Scuola Nazionale di Formazione AIL per i volontari comprende tre giornate di lavoro ogni due settimane, una formazione di base tenuta da psicologi formati e volontari esperti e per i nuovi volontari colloqui, incontri formativi, tutoraggio. Si comincia con l’accoglienza attraverso un primo incontro, segue il colloquio di selezione con uno psicologo per valutare se il candidato ha caratteristiche indispensabili come empatia, motivazione e capacità di affrontare e gestire situazioni di stress. Se i requisiti ci sono si procede nella didattica con un corso di base in aula in cui si approfondiscono alcuni temi scientifici e psicologici, norme igienico-sanitarie e la struttura dell’Associazione.
“I dati preliminari ci fanno capire che la decisione di istituire la Scuola di Formazione AIL per i volontari, che sono il cuore e il bene più prezioso della nostra Associazione, è stata giusta ed era necessaria – dichiara Giuseppe Toro, Presidente Nazionale AIL – prendersi cura del benessere del volontario è prendersi cura dei pazienti durante tutto il percorso di cura. L’adesione al progetto formativo da parte delle sezioni AIL è stata elevata, considerato che l’iniziativa è partita quasi in concomitanza con l’avvento della pandemia che ha ostacolato non poco le attività che ci eravamo posti come obiettivo. Un volontario istruito e motivato svolge con maggiore serenità l’impegno solidale che lo aspetta a fianco dei pazienti. Ora il nostro obiettivo è proseguire con ulteriore lena sulla strada tracciata. Vogliamo portare il programma di formazione a tutte le 83 sezioni di AIL in Italia con una grande ambizione: potenziare la conoscenza dei volontari”.
L'azione volontaria legata all'emozione ma anche alle competenze
Preparazione psicologica, formazione sanitaria e competenze scientifiche. Sono queste le basi formative necessarie al volontario del terzo millennio. Ma fare dono di sé a chi si trova in un momento di grave difficoltà richiede molto di più. Resta fondamentale lo spirito di solidarietà e la capacità di aiutare l’altro in maniera gratuita e solidale.
“La decisione di AIL di dar vita a una Scuola di Formazione dei volontari è una di quelle che resterà e farà storia perché mai come in questo momento, in Italia e all’estero, l’azione volontaria non può più essere semplicisticamente delegata all’emozione del momento o alla compassione dettata dalle circostanze – dice Stefano Zamagni, Presidente della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali – Questo, se può rappresentare una spinta iniziale, non può garantire quel flusso continuo di servizi a cui oggi il volontariato è sempre più chiamato a fornire, in particolare in un ambito di intervento come quello dei tumori del sangue di cui l’Associazione si occupa. Ecco perché è necessaria una scuola di formazione, iniziativa che va salutata con favore e sostenuta con molto convincimento”.
Gli obiettivi futuri: crescita e formazione continua
La medicina è cambiata, i bisogni dei pazienti anche. Sono necessarie preparazione psicologica, formazione igienico-sanitaria e conoscenze scientifiche. Ecco gli obiettivi futuri di questo progetto.
“Adesso dopo aver fatto partire la formazione di base in molte sezioni dove non si faceva, abbiamo iniziato a occuparci della modalità formativa continua e stiamo lavorando per aggiornare su questo aspetto le “buone prassi” redatte al varo della Scuola. – commenta Ilenia Trifirò, Psicologa AIL Sezione Palermo-Trapani e Coordinatrice Tavolo Tecnico Scuola Nazionale di Formazione per il Volontariato AIL - La formazione permanente è più complessa e articolata rispetto alla formazione di base, necessita di numerose risorse, umane ed economiche, e richiede molto tempo.. Siamo in una fase di implementazione del progetto, questo è l’anno della svolta. Crediamo molto in questo modello formativo anche se è fondamentale adattarlo alle singole realtà del territorio. La formazione in fondo è questo: una ricchezza enorme che si riverbera sull’Associazione e sull’intera società.”
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