Trapianto autologo e seconde neoplasie nel paziente con mieloma multiplo

Scopri l'analisi del Center for International Blood and Marrow Transplant Research che valuta il rischio legato all'insorgenza di neoplasie secondarie dopo il trapianto autologo.

Background

La sopravvivenza globale dei pazienti con mieloma multiplo (MM) di nuova diagnosi è significativamente migliorata nell’arco dell’ultimo decennio con l’uso di combinazioni a base di inibitori del proteasoma e agenti immunomodulatori, seguite da condizionamento con melfalan ad alte dosi, trapianto autologo di cellule staminali ematopoietiche (auto-HSCT) e successiva terapia di mantenimento. Tuttavia, gli studi clinici sull’auto-HSCT seguito da mantenimento con lenalidomide hanno dimostrato un aumento del rischio di seconde neoplasie primarie (Second Primary Malignancy, SPM), anche di natura ematologica (Secondary Hematological Malignancy).

L'analisi del Center for International Blood and Marrow Transplant Research.

Sebbene la mortalità tardiva da tutte le cause nei pazienti con MM sottoposti ad auto-HSCT sia significativamente diminuita negli ultimi 30 anni, quella legata allo sviluppo di SPM non ha mostrato un analogo miglioramento. Pertanto, comprendere gli effetti delle complicanze a lungo termine di questo approccio terapeutico riveste un’estrema importanza.

In questo scenario, gli autori di un recente studio pubblicato su Blood Advances hanno condotto un’analisi dei dati del registro CIBMTR al fine di valutare l’impatto di SPM e SHM sugli esiti di sopravvivenza libera da progressione (PFS) e sopravvivenza globale (OS).

L’analisi ha incluso un totale di 3948 pazienti adulti con MM sottoposti a condizionamento con melfalan, auto-HSCT e successiva terapia di mantenimento nel periodo 2011-2018.

Dopo una mediana di follow-up di 37 mesi, il 4% dei pazienti ha sviluppato una SPM, solida nel 64% dei casi, mieloide nel 20%, ematologica non altrimenti specificata nel 14% e linfoide nel 2%. L’analisi multivariata ha dimostrato che l’insorgenza di SPM e SHM era associata a esiti di PFS e OS significativamente peggiori, in particolare nei pazienti con secondo tumore di natura ematologica (PFS e OS di circa 5 e 8 volte inferiori, rispettivamente). Nei pazienti con SPM o SHM, altri fattori associati a esiti di sopravvivenza sfavorevoli erano il sesso, le condizioni di salute generali, lo stadio alla diagnosi, il rischio citogenetico, il numero di linee di terapia pre-HSCT, il tipo di remissione ottenuta e il tempo intercorso tra la diagnosi di malattia e il trapianto.

Conclusioni

In conclusione, a differenza di quanto emerso da studi precedenti, questa analisi retrospettiva suggerisce un peggioramento della sopravvivenza nei pazienti MM che sviluppano seconde neoplasie dopo trapianto autologo, sebbene la maggior parte dei decessi resti comunque attribuibile alla malattia primaria. Dato il progressivo miglioramento della sopravvivenza mediana del MM – concludono gli autori – è cruciale attuare protocolli di valutazione del rischio e vigilanza continua, identificare e se possibile mitigare i fattori che potrebbero contribuire alla probabilità di insorgenza di SPM e SHM ed esplorare strategie rivolte al trattamento sia della malattia primaria che delle eventuali seconde malignità.

Referenze bibliografiche

Blood Adv 2023;7(12):2746-2757

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/36827681/