Teclistamab nel mieloma multiplo recidivato refrattario, i dati dal mondo reale

Uno studio retrospettivo multicentrico statunitense recentemente pubblicato sul Blood Cancer Journal ha esaminato 110 pazienti con Mieloma Multiplo recidivato o refrattario a plurime terapie trattati con teclistamab fino all’agosto 2023. La percentuale di risposta globale osservata nello studio è stata del 62% e quella di risposta parziale molto buona o superiore del 52%. Scopri di più.

Mieloma Multiplo refrattario

Il mieloma multiplo (MM) è un tumore ematologico delle plasmacellule, cellule del sangue che possono presentare sulla propria superficie una molecola denominata BMCA (antigene di maturazione delle cellule B). Esistono due anticorpi monoclonali bispecifici che si legano a BMCA e causano la morte delle cellule del mieloma: il teclistamab e il elranatamab. Lo studio clinico che ha portato all’approvazione di teclistamab si chiama MajesTEC-1; i risultati di questo trial dicono che il farmaco ha prodotto una percentuale di risposta globale del 63% in pazienti con MM già trattati con molti altri farmaci.

Terapia con teclistamab nel mondo reale

I pazienti degli studi clinici sono attentamente selezionati e in molti casi vengono esclusi perché affetti da altre patologie che li mettono a rischio di effetti avversi. È fondamentale verificare, quindi, l’efficacia e la sicurezza dei farmaci anche dopo che hanno ricevuto l’approvazione per l’uso da parte dell’autorità di sicurezza (FDA in USA, EMA in Europa e AIFA in Italia) con studi appositi denominati real-world.

Uno studio retrospettivo multicentrico statunitense recentemente pubblicato sul Blood Cancer Journal ha esaminato 110 pazienti con MM recidivato o refrattario a plurime terapie trattati con teclistamab fino all’agosto 2023. La percentuale di risposta globale osservata nello studio è stata del 62% e quella di risposta parziale molto buona o superiore del 52%. La sindrome da rilascio citochinico, un effetto avverso comune della terapia con teclistamab, si è verificata nel 56% dei pazienti e la sindrome da neurotossicità associata a cellule effettori si è verificata nell’11% dei pazienti. Una sindrome da rilascio citochinico di grado 3 o superiore (quindi grave) si è verificata nel 3,5% dei casi e una neurotossicità associata a cellule effettori di grado 3 o superiore nel 4,6% dei casi. Si sono inoltre osservate 78 infezioni in 44 pazienti e la loro incidenza è stata del 40%, del 16% se si considerano le infezioni di grado 3 o superiore. Va peraltro detto che l’uso di profilassi con immunoglobuline per via endovenosa riduceva in modo statisticamente significativo il rischio di reinfezione, mentre la precedente infezione in corso di terapia con teclistamab lo aumentava.

Da questo studio si traggono tre dati rilevanti:

·         l’efficacia della terapia con teclistamab anche nei pazienti già sottoposti a numerose terapie per il MM. In questo studio questa categoria di pazienti era infatti maggiore rispetto a quelli reclutati nel trial MajesTEC-1 di approvazione di teclistamab, ma la percentuale di risposte alla terapia è risultata analoga;

·         l’aumento di incidenza di sindrome da rilascio citochinico e di neurotossicità associata a cellule effettori di grado 3 o superiori (3,6 e 4,5% contro 0,6% per entrambe nel MajesTEC-1).

·         la profilassi con immunoglobuline per via endovenosa riduce l’incidenza di infezioni di grado 3 o superiori.

In particolare, i ricercatori giustificano la maggiore presenza di sindrome da rilascio citochinico e di neurotossicità associata a cellule effettori con il maggior carico di malattia dei pazienti del mondo reale rispetto a quelli reclutati negli studi clinici, poiché il carico di malattia si associa a maggior rischio di effetti collaterali simili.

Tra i limiti dello studio, gli autori sottolineano la breve durata del follow-up, che potrebbe rendere inappropriato il confronto diretto dei dati di efficacia con quelli dei trial precedenti. Fanno inoltre notare che la profilassi per le infezioni, in assenza di linee-guida, è stata effettuata in modo diverso nei vari centri partecipanti.

In conclusione, questo studio dimostra che teclistamab determina quindi una risposta ematologica rapida e profonda nei pazienti con MM sottoposti a pluriterapie. L’incidenza di presenza di sindrome da rilascio citochinico e di neurotossicità associata a cellule effettori grave è maggiore di quella osservata nei trial di approvazione, ma una profilassi per le infezioni, specie con immunoglobuline per via endovenosa, può abbassare il rischio di infezioni.

 

Fonte

Blood Cancer J. 2024 Mar 5;14(1):35.

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/38443345/

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