I linfomi cutanei: terapie e ricerca
Negli ultimi anni, la ricerca ha conseguito e continua ad acquisire importanti conoscenze sulle caratteristiche biologiche e sull’andamento clinico di queste malattie, una rara forma di Linfoma non Hodgkin. Scopri di più.
La terapie oggi e la ricerca
Il trattamento dei linfomi cutanei dipende dall’estensione e dall’aggressività della malattia, così come dalle caratteristiche molecolari specifiche espresse dai linfociti malati. La terapia potrà essere quindi più localizzata o sistemica in base a tali fattori.
Negli ultimi anni, la ricerca ha conseguito e continua ad acquisire importanti conoscenze sulle caratteristiche biologiche e sull’andamento clinico di queste malattie, permettendo di di identificare e mettere a disposizione nuovi farmaci e nuove strategie terapeutiche. I trattamenti ad oggi possibili per i linfomi cutanei comprendono:
Radioterapia e fototerapia, che utilizzano le radiazioni ionizzanti o i raggi ultravioletti per eliminare le cellule malate nelle lesioni circoscritte della pelle.
Farmaci ad azione locale, quali cortisone o chemioterapici topici (ad esempio la mecloretamina), da applicare direttamente sulle lesioni della pelle..
Farmaci retinoidi (derivati della vitamina A) topici o ad uso orale, quali il bexarotene.
Farmaci immunomodulanti, che agiscono regolando il sistema immunitario, quali l’interferone.
La fotoaferesi, una procedura grazie alla quale i linfociti malati vengono prelevati e selettivamente eliminati tramite raggi ultravioletti.
Farmaci chemioterapici classici, quali ad esempio la gemcitabina, la doxorubicina o il metotrexato a basse dosi, utilizzati nelle forme più aggressive ed estese;
Farmaci molecolari e anticorpi monoclonali, che riconoscono determinate proteine espresse sui linfociti malati, che vengono eliminati selettivamente. È ad esempio il caso del brentuximab vedotin, un anticorpo monoclonale diretto contro l’antigene CD30 espresso dai linfociti, utilizzato in molti altri tipi di linfomi non Hodgkin. Alcune forme di linfoma cutaneo esprimono il CD30, per questo il brentuximab viene oggi utilizzato nelle forme più aggressive. Un altro farmaco approvato in Europa è il mogamulizumab, un anticorpo che si lega al recettore CCR4 espresso dalle cellule malate della Micosi fungoide e della Sindrome di Sézary.
Nuovi farmaci, qualiil bortezomib e l’alemtuzumab, sono ancora in una fase preliminare di sperimentazione.