Linfoma a grandi cellule B recidivante o refrattario e terapia con axi-cel

 Le terapie CAR-T sono trattamenti avanzati che utilizzano cellule T modificate geneticamente per riconoscere e distruggere cellule tumorali. Oggi possiamo dire che la terapia CAR-T è diventata fondamentale per il trattamento dei tumori delle cellule B. Tuttavia, comporta gravi tossicità, come la sindrome da rilascio di citochine ed eventi neurologici, che possono essere letali. Gli studi mirano a migliorare il profilo di sicurezza di questa terapia, mantenendo i benefici clinici a lungo termine. In questa prospettiva, si è mosso un gruppo internazionale di ricercatori per analizzare l’efficacia e la sicurezza della terapia con cellule CAR-T, specificamente axicabtagene ciloleucel (axi-cel), nei pazienti con linfoma a grandi cellule B (LBCL, large B-cell lymphoma) recidivante o refrattario (R/R).

Linfoma Diffuso a Grandi cellule B

 La terapia con axi-cel nel LBCL R/R

Axi-cel è una terapia CAR-T approvata per adulti con Linfoma a grandi cellule B recidivante o refrattario. Lo studio ZUMA-1 ha dimostrato l’efficacia di axi-cel con un tasso di risposta complessiva del 83% e una sopravvivenza globale mediana di 25,8 mesi. Tuttavia, il 30% dei pazienti ha sperimentato eventi neurologici gravi e l’11% ha sviluppato sindrome da rilascio di citochine di grado ≥3.

Per ridurre l’incidenza di questi due eventi avversi sono state sperimentate diverse strategie, tra cui l’uso profilattico di farmaci come tocilizumab e corticosteroidi. I risultati hanno mostrato una riduzione degli eventi avversi gravi.

Lo studio pubblicato sull’American Journal of Cancer Research ha valutato l’impatto della terapia di riduzione del carico tumorale (debulking) prima dell’infusione di axi-cel. I pazienti hanno ricevuto diverse opzioni di terapia per ridurre il carico tumorale prima della terapia CAR-T. Tutti i pazienti hanno sperimentato almeno un evento avverso correlato al trattamento, il 50% ha riportato eventi avversi gravi. I pazienti che hanno ricevuto chemioterapia intensiva hanno avuto un’incidenza più alta di infezioni gravi rispetto a quelli trattati con radioterapia.

Il tasso di risposta obiettiva è stato del 72%, con un tasso di risposta completa del 54%. Il carico tumorale è stato ridotto mediamente del 17,4% nei pazienti trattati con chemioterapia intensiva.

Il trattamento con debulking prima della terapia CAR-T ha mostrato di essere fattibile e può dunque aiutare a ridurre il carico tumorale, ma è stato anche associato a una maggiore incidenza di alcuni eventi avversi. L’efficacia del trattamento non sembra essere stata compromessa, anche se gli eventi avversi gravi sono stati frequenti. Nonostante ciò, il debulking potrebbe avere un impatto maggiormente positivo in pazienti con un carico tumorale più alto.

Secondo i ricercatori, il debulking può essere utile per migliorare gli esiti clinici dei pazienti trattati con axi-cel, ma è necessario un attento bilanciamento fra riduzione del carico tumorale e gestione delle tossicità. Studi futuri dovranno valutare ulteriormente l’efficacia di queste strategie in diverse popolazioni di pazienti.

 

Referenze bibliografiche

Am J Cancer Res 2024;14(6):2905-2920

www.ajcr.us /ISSN:2156-6976/ajcr0155895

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