Linfoma a grandi cellule B refrattario: confronto axi-cel e tisa-cel

Le terapie CAR-T mirano a trattare il linfoma attraverso l’uso di cellule T modificate geneticamente per attaccare le cellule tumorali. Axicabtagene ciloleucel (axi-cel) e tisagenlecleucel (tisa-cel) sono entrambe terapie CAR-T che bersagliano lo stesso antigene (CD19), ma utilizzano diversi domini costimolatori per attivare le cellule T. Queste differenze possono influenzare l’efficacia e la tossicità delle terapie. Un nuovo studio comparativo condotto da ricercatori tedeschi, statunitensi e spagnoli ha analizzato le due terapie cellulari CAR-T, axi-cel e tisa-cel per i pazienti che non rispondono ad altre terapie standard. Lo studio si basa su una revisione sistematica e una metanalisi di studi clinici esistenti, con l’obiettivo di confrontare l’efficacia e la sicurezza di axi-cel e tisa-cel.

L’obiettivo principale dello studio che stiamo raccontando è stato valutare quale delle due terapie, Axicabtagene ciloleucel (axi-cel) e tisagenlecleucel (tisa-cel), fosse più efficace e sicura per i pazienti con LBCL recidivante o refrattario. Lo studio ha incluso diversi criteri di valutazione, come la sopravvivenza libera da progressione, la sopravvivenza globale, il tasso di risposta complessiva e completa, nonché la frequenza e la gravità degli effetti collaterali, come la sindrome da rilascio di citochine e la neurotossicità associata alle cellule effettrici immunitarie. Sono stati inclusi studi che coinvolgevano pazienti adulti (ovvero di età 18 anni o più) trattati con axi-cel o tisa-cel, e che riportavano risultati di efficacia e sicurezza. I dati sono stati analizzati utilizzando modelli statistici che tenevano conto delle differenze tra gli studi.

Lo studio ha rilevato che axi-cel è associato a una maggiore efficacia rispetto a tisa-cel in termini di sopravvivenza libera da progressione e tasso di risposta completa. Axi-cel ha mostrato un vantaggio significativo nel mantenere la malattia sotto controllo a un anno dall’infusione. Tuttavia, la sopravvivenza globale non ha mostrato una differenza significativa fra i due gruppi.

Axi-cel è stato associato a una maggiore tossicità rispetto a tisa-cel. I pazienti trattati con axi-cel hanno sperimentato una maggiore incidenza di sindrome da rilascio di citochine e di neurotossicità associata alle cellule effettrici immunitarie di grado severo. Inoltre, axi-cel ha causato un maggior numero di casi di neutropenia grave, una condizione in cui il numero di neutrofili nel sangue è molto basso, aumentando il rischio di infezioni.

I pazienti trattati con axi-cel hanno richiesto un periodo di ospedalizzazione più lungo e una maggiore probabilità di essere ricoverati in terapia intensiva rispetto a quelli trattati con tisa-cel. E tale impatto sull’utilizzo delle risorse sanitarie può influenzare la scelta del trattamento, soprattutto in contesti con risorse limitate.

Lo studio conclude che axi-cel offre una maggiore efficacia nel trattamento del LBCL recidivante o refrattario, ma a costo di una maggiore tossicità. Maggiore tossicità che richiede un’attenta gestione dei pazienti, soprattutto di quelli più anziani o con comorbilità. In termini di decisione clinica, suggeriscono i ricercatori, axi-cel potrebbe essere preferito per i pazienti più giovani o con una maggiore probabilità di rispondere bene al trattamento, mentre tisa-cel potrebbe essere una scelta migliore per pazienti più fragili.

Ulteriori studi, preferibilmente secondo trial clinici randomizzati, sono comunque necessari per confermare tali risultati e ottimizzare le strategie di trattamento per i pazienti con LBCL recidivante o refrattario.

 

Referenze bibliografiche

Transplant Cell Ther. 2024 Jun;30(6):584.e1-584.e13

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/38281590/

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