Linfoma a Grandi cellule B: lo studio italiano CART-SIE
Il linfoma primario a grandi cellule B del mediastino(PMBCL) è una forma rara di linfoma che colpisce prevalentemente i giovani adulti e rappresenta circa il 6-10% dei linfomi aggressivi. Prima delle recenti terapie immunologiche, il trattamento standard era basato sulla chemioterapia e il rituximab, seguito dal trapianto autologo di cellule staminali. Tuttavia, i risultati per i pazienti con malattia refrattaria non erano quelli sperati. Lo studio italiano CART-SIE ha esaminato l’efficacia del trattamento con axicabtagene ciloleucel (axi-cel), una terapia cellulare CAR-T, su due tipi di linfomi aggressivi: il PMBCL e il linfoma diffuso a grandi cellule B. L’obiettivo principale dello studio era determinare se il trattamento con axi-cel fosse più efficace nel PMBCL rispetto al DLBCL.
CART-SIE è uno studio osservazionale prospettico condotto in 21 centri ematologici italiani, in cui sono stati arruolati pazienti con LBCL recidivante o refrattario (R/R), trattati con axi-cel. I pazienti sono stati suddivisi in due gruppi: quelli con PMBCL e quelli con altri tipi di LBCL, inclusi DLBCL e altre varianti. Nello specifico, fra marzo 2019 e giugno 2023 lo studio ha arruolato 592 pazienti, di cui 260 hanno ricevuto axi-cel. Di questi, 70 pazienti avevano il PMBCL e 190 avevano altri tipi di LBCL. Il trattamento con axi-cel ha mostrato risultati migliori nei pazienti con PMBCL rispetto a quelli con altri LBCL. A 12 mesi dall’infusione, la sopravvivenza libera da progressione (PFS) era del 62% nei pazienti con PMBCL, rispetto al 48% nei pazienti con altri LBCL. La sopravvivenza globale (OS) a 12 mesi era dell’86% per il PMBCL, contro il 71% per altri LBCL.
Il trattamento con axi-cel è stato associato a effetti collaterali significativi, inclusa la sindrome da rilascio di citochine (CRS) e la neurotossicità associata alle cellule effettrici immunitarie (ICANS). Tuttavia, la gravità di questi eventi è stata gestibile nella maggior parte dei casi. In particolare, il 39% dei pazienti con PMBCL ha sviluppato neurotossicità associata alle cellule effettrici immunitarie, con un 19% che ha manifestato eventi di grado 3-4. Si sono però verificati eventi neurologici fatali in quattro pazienti con PMBCL trattati con inibitori del checkpoint immunitario (CPI) come terapia ponte prima dell’infusione di axi-cel.
I risultati dello studio, evidenziano i ricrecatori, indicano che axi-cel è una strategia di salvataggio molto efficace per il PMBCL, suggerendo che la terapia CAR-T non dovrebbe essere ritardata. Inoltre, l’uso di inibitori del checkpoint immunitario come terapia ponte sembra migliorare la prognosi del PMBCL, anche se è necessario monitorare attentamente gli eventi avversi neurologici. Il beneficio osservato nel PMBCL potrebbe essere dovuto alla biologia intrinseca del linfoma o all’uso dei CPI, ma ulteriori studi sono necessari per chiarire questo aspetto.
In conclusione, lo studio CART-SIE fornisce prove importanti per l’uso di axi-cel nel trattamento del PMBCL e sottolinea l’importanza di un’attenta gestione degli effetti collaterali, in particolare quelli neurologici, nei pazienti che ricevono questa terapia avanzata. Tali risultati potrebbero avere implicazioni significative per la pratica clinica e la gestione del PMBCL, offrendo una nuova speranza per i pazienti con malattia refrattaria o recidivante.
Referenze bibliografiche
Leukemia. 2024 May;38(5):1107-1114
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