Pazienti adulti con linfoma indolente: allo studio un farmaco orale
Lo studio CITADEL-204 ha arruolato 100 pazienti con l'obiettivo di analizzare l’efficacia del farmaco orale parsaclisib nei pazienti con Linfoma della Zona Marginale (LZM) recidivati o refrattari. Scopri i risultati
Un recente studio pubblicato su Blood Advances ha analizzato l’efficacia del farmaco parsaclisib nei pazienti con Linfoma della Zona Marginale (LZM) recidivati o refrattari. Nello specifico, parsaclisib è un farmaco orale che inibisce in modo selettivo la via della chinasi fosfatidilinosoitolo-3 (PI3Kδ), molto importante nella crescita e nella sopravvivenza delle cellule tumorali.
Lo studio CITADEL-204
Si tratta di un trial multicentrico di fase 2 che, in pazienti adulti che avevano già ricevuto almeno una linea di terapia, compreso Rituximab e Ibrutinib, ha analizzato la tollerabilità clinica e l’efficacia del parsaclisib. Con l’obiettivo di analizzare il tasso di risposte, ai pazienti è stato proposto di assumere il farmaco sperimentale una volta a settimana (1S) o una volta al giorno a dosi ridotte (DR).
Lo studio ha arruolato 100 pazienti ibrutinib-naïve, 28 nello schema terapeutico 1S e 72 nello schema DR. Questi ultimi, più numerosi, hanno mostrato un tasso di risposta del 58%; tuttavia, le risposte sono state soprattutto parziali o con malattia stabile. La durata mediana della risposta è risultata di circa 1 anno. L’età mediana dei pazienti era piuttosto avanzata (71 anni, range 35-95) e la maggior parte di essi presentava malattia in stadio avanzato.
Il principale effetto collaterale, già noto per questa categoria di farmaci, è risultato di tipo gastrointestinale, con necessità nel 56% dei pazienti di interrompere temporaneamente il farmaco.
Alla luce dei dati rilevati, il gruppo di ricerca conclude che il parsaclisib ha dimostrato risposte durature con un profilo di sicurezza accettabile in tale setting, ma che ulteriori studi su coorti più numerose di pazienti sono necessarie per definirne l’effettivo ruolo nella pratica clinica e bilanciarne i benefici sulla malattia rispetto ai rischi di tossicità.
Fonte
Blood Adv 2024 Feb 27;8(4):867-877
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