Daratumumab, bortezomib, lenalidomide e desametasone nella terapia del mieloma multiplo

Il trattamento standard per i pazienti con mieloma multiplo comprende una combinazione di farmaci che includono bortezomib, lenalidomide e desametasone, seguita da un trapianto autologo di cellule staminali e una terapia di mantenimento con lenalidomide. Tuttavia, nuove strategie terapeutiche sono necessarie per migliorare la risposta e prevenire la ricaduta del tumore, aumentando il controllo a lungo termine della malattia. Un recente studio di fase 3, open-label, multicentrico, condotto in 115 centri di 14 paesi in Europe e Australia, si è concentrato sull’uso del daratumumab, un anticorpo monoclonale umano che agisce su un bersaglio specifico, il CD38, combinato con bortezomib, lenalidomide e desametasone. Questo regime terapeutico è stato confrontato con il trattamento standard per i pazienti eleggibili per il trapianto di cellule staminali.

L’aggiunta di daratumumab alla terapia standard del mieloma

Daratumumab è un anticorpo monoclonale che si lega al CD38, una proteina di superficie presente nella stragrande maggioranza delle cellule di mieloma multiplo, e che svolge un ruolo importante anche nel microambiente osseo che è coinvolto quando purtroppo la malattia diventa metastatica. Daratumumab agisce direttamente sulle cellule tumorali e ha anche un effetto immunomodulante, migliorando l’attivazione delle cellule immunitarie. È già approvato per l’uso in combinazione con altri farmaci per il trattamento del mieloma multiplo in pazienti che non possono sottoporsi a trapianto o che sono in fase avanzata della malattia. Lo studio clinico di cui ci occupiamo è stato progettato per confrontare l’efficacia della combinazione di daratumumab con il trattamento standard (bortezomib, lenalidomide e desametasone), rispetto all’uso del solo trattamento standard.

Nello studio sono stati reclutati pazienti con nuova diagnosi di mieloma multiplo candidabili al trapianto di cellule staminali. Gli obiettivi principali dello studio erano misurare la sopravvivenza libera da progressione, il tasso di risposta complessiva e la durata della risposta al trattamento. Lo studio ha dimostrato che l’aggiunta di daratumumab alla combinazione standard di farmaci migliora la sopravvivenza libera da progressione rispetto al trattamento standard. I pazienti trattati con daratumumab avevano maggiore probabilità di ottenere una risposta completa e una maggiore percentuale di negatività per la malattia minima residua, che indica l’assenza di cellule tumorali rilevabili.

In termini di sicurezza, gli eventi avversi più comuni osservati nel gruppo trattato con daratumumab includevano neutropenia (riduzione dei globuli bianchi) e infezioni, ma la maggior parte di questi effetti collaterali era gestibile. Gli eventi avversi gravi erano simili fra i due gruppi di trattamento, ma nel gruppo daratumumab si è osservata una maggiore incidenza di infezioni gravi come la polmonite. L’integrazione di daratumumab nel regime terapeutico standard per i pazienti con mieloma multiplo eleggibili al trapianto ha portato a un miglioramento significativo della risposta al trattamento e alla durata della sopravvivenza senza progressione della malattia. Questo studio supporta dunque l’uso di daratumumab come parte di un regime terapeutico di prima linea per tali pazienti. Tuttavia, è importante monitorare attentamente gli eventi avversi, in particolare le infezioni, e garantire che il trattamento sia adattato alle esigenze specifiche dei singoli pazienti.

In conclusione, l’aggiunta di daratumumab al trattamento standard potrebbe diventare una nuova opzione terapeutica di riferimento per i pazienti con mieloma multiplo, offrendo una maggiore probabilità di remissione a lungo termine. È tuttavia necessario continuare a valutare i pazienti per monitorare la sicurezza e l’efficacia a lungo termine di questo approccio terapeutico, soprattutto per quanto riguarda gli effetti collaterali e la qualità della vita dei pazienti.

 

Fonte

N Engl J Med. 2024 Jan 25;390(4):301-313.

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/38084760/

 

 

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