Congresso ASH 2024: risultati dello studio AALL1731 del Children’s Oncology Group sul blinatumomab
Al congresso ASH 2024 sono stati presentati i risultati dello studio clinico di fase 3 AALL1731, condotto dal Children’s Oncology Group, che ha valutato l’efficacia di blinatumomab aggiunto alla chemioterapia standard nei bambini con leucemia linfoblastica acuta a cellule B a rischio standard secondo i criteri appunto del National Cancer Institute. Lo scopo principale della ricerca era verificare se l’aggiunta di blinatumomab migliorasse la sopravvivenza libera da malattia rispetto alla sola chemioterapia.
La leucemia linfoblastica acuta, il tumore più comune nei bambini.
La leucemia linfoblastica acuta è il tumore più comune nei bambini. Secondo il National Cancer Institute statunitense, i bambini con leucemia linfoblastica acuta di rischio standard hanno alti tassi di sopravvivenza grazie alla chemioterapia tradizionale, ma alcuni di loro subiscono una ricaduta, che spesso conduce ad una prognosi infausta. Il blinatumomab è un farmaco immunoterapico che agisce attivando le cellule T del sistema immunitario per attaccare le cellule tumorali che esprimono il CD19. Al congresso ASH 2024 sono stati presentati i risultati dello studio clinico di fase 3 AALL1731, condotto dal Children’s Oncology Group, che ha valutato l’efficacia di blinatumomab aggiunto alla chemioterapia standard nei bambini con leucemia linfoblastica acuta a cellule B a rischio standard secondo i criteri appunto del National Cancer Institute. Lo scopo principale della ricerca era verificare se l’aggiunta di blinatumomab migliorasse la sopravvivenza libera da malattia rispetto alla sola chemioterapia
Lo studio AALL1731
Lo studio AALL1731 ha testato l’aggiunta di due cicli non consecutivi di blinatumomab alla chemioterapia standard nei bambini con leucemia linfoblastica acuta a cellule B a rischio standard medio e alto per migliorare la sopravvivenza libera da malattia.
Lo studio ha arruolato bambini con leucemia linfoblastica acuta a cellule B di nuova diagnosi di età compresa tra 1 e 10 anni e con conteggio dei globuli bianchi inferiore a 50.000/µl. Sono stati esclusi i pazienti con malattia del sistema nervoso centrale avanzata (classificata come CNS3) o con coinvolgimento testicolare. Dopo una fase iniziale di chemioterapia a tre farmaci (induzione), i pazienti sono stati suddivisi in tre gruppi di rischio:
rischio basso, pazienti con caratteristiche genetiche favorevoli e malattia minima residua molto bassa, trattati solo con chemioterapia standard;
rischio alto, pazienti con caratteristiche genetiche sfavorevoli, malattia minima residua elevata o coinvolgimento del sistema nervoso centrale (classificata come CNS2);
rischio intermedio, tutti gli altri pazienti.
I pazienti a rischio intermedio con malattia minima residua non rilevabile sono stati trattati con chemioterapia standard (braccio A), mentre quelli con malattia minima residua rilevabile sono stati randomizzati a ricevere solo chemioterapia standard (braccio A) o chemioterapia più 2 cicli di blinatumomab (braccio B).
I pazienti a rischio alto con malattia minima residua bassa al termine della fase di consolidamento sono stati randomizzati a solo chemioterapia (braccio C) o a chemioterapia più 2 cicli di blinatumomab (braccio D).
Lo studio ha coinvolto 2245 pazienti, con un follow-up mediano di 2,5 anni. I pazienti sono stati equamente distribuiti tra i bracci di trattamento con e senza blinatumomab.
L’aggiunta di blinatumomab ha portato a un miglioramento significativo della sopravvivenza libera da malattia: a 3 anni è stata del 96% nei pazienti che avevano ricevuto blinatumomab, contro l’87,9% di quelli trattati solo con chemioterapia. Il rischio di ricaduta è stato ridotto del 61% con blinatumomab.
Le ricadute sono state meno frequenti nei pazienti trattati con blinatumomab: 19 nei gruppi con blinatumomab, di cui 9 a livello del sistema nervoso centrale e 9 nel midollo osseo, contro 56 ricadute nei gruppi con sola chemioterapia, con 34 coinvolgimenti del midollo osseo e 10 del sistema nervoso centrale. Si sono verificati 6 decessi durante la remissione, tutti nei pazienti ad alto rischio, ma nessuno durante i cicli di blinatumomab.
Blinatumomab è dunque risultato ben tollerato: si è osservata sindrome da rilascio di citochine di grado 3 o superiore nello 0,3% dei pazienti e convulsioni nello 0,7%.
Conclusione
Questo studio clinico presentato al congresso ASH 2024 dimostra in modo definitivo che l’aggiunta di blinatumomab alla chemioterapia migliora significativamente la sopravvivenza libera da malattia nei bambini con leucemia linfoblastica acuta a cellule B a rischio standard di nuova diagnosi, sia a rischio medio che elevato, ottenendo risultati simili a quelli precedentemente raggiunti solo nei sottogruppi a rischio più favorevole. L’aggiunta di blinatumomab rappresenta un progresso significativo ed è un nuovo standard di trattamento, con importanti implicazioni per i bambini con leucemia linfoblastica acuta a cellule di nuova diagnosi.
Fonte: ASH 2024: P1.
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