LLA recidivata e refrattaria dell'adulto: leggi i risultati dello studio Zuma 3
La leucemia linfoblastica acuta a cellule B (B-ALL, B-acute lymphoblastic leukemia) è un tumore del sangue che colpisce i linfociti B, portando alla proliferazione incontrollata di cellule immature nel midollo osseo. La terapia CAR-T utilizza linfociti T geneticamente modificati per riconoscere e distruggere queste cellule tumorali, offrendo nuove possibilità per pazienti con malattia refrattaria o recidivante. Sulla base dei risultati del trial clinico ZUMA-3, nell’ottobre 2021 la statunitense Food and Drug Administration ha approvato negli Stati Uniti la terapia con brexucabtagene autoleucel (brexu-cel), una terapia a base di cellule T a recettore chimerico antigenico (CAR) diretto contro CD-19, per i pazienti adulti con B-ALL recidivata/refrattaria. Questo nuovo lavoro raccoglie dati su efficacia e sicurezza della terapia con brexu-cel in condizioni reali.
Brexu-cel
Il brexu-cel è un trattamento CAR-T specificamente sviluppato per le cellule B maligne, dotato di un dominio costimolatorio CD28 che potenzia l’attivazione delle cellule T. Tale approccio mira a migliorare la remissione nei pazienti con B-ALL recidivata/refrattaria, una popolazione spesso vulnerabile con opzioni terapeutiche limitate.
Un recente studio pubblicato sul Journal of Clinical Oncology, rivista dell’American Society of Clinical Oncology, ha coinvolto 31 centri negli Stati Uniti e analizzato dati retrospettivi di 204 pazienti trattati con brexu-cel tra il 2021 e il 2023. Sono stati raccolti dati relativi alla risposta al trattamento, agli eventi tossici e alla sopravvivenza. L’obiettivo principale era valutare la sopravvivenza libera da progressione e la sopravvivenza globale, oltre alla negatività della malattia minima residua.
I risultati dello studio
Sono stati raccolti i dati di 204 pazienti e di questi 189 sono stati trattati con brexu-cel. Il follow-up mediano è stato di 11,4 mesi. Dopo terapia, 151 pazienti (90%) hanno raggiunto remissione completa o una remissione completa con recupero ematologico incompleto. Di questi, il 79% ha mostrato una negatività della malattia minima residua, un importante indicatore prognostico.
La sopravvivenza libera da progressione mediana è stata di 9,5 mesi e la sopravvivenza globale a 6 e 12 mesi erano rispettivamente del 78 e del 63%. I pazienti che hanno ricevuto un trapianto ematopoietico allogenico dopo brexu-cel hanno mostrato una sopravvivenza libera da progressione significativamente migliore rispetto a quelli che non hanno ricevuto terapie di consolidamento.
La sindrome da rilascio di citochine, una complicanza grave delle terapie con cellule CAR-T è stata osservata nell’84% dei pazienti, con il 73% che ha presentato eventi di grado 1-2 e l’11% di grado 3-4. La sindrome da neurotossicità associata a cellule effettrici immunitarie (ICANS) si è verificata nel 56% dei pazienti, di cui il 24% di grado 1-2 e il 31% di grado 3-4. Il 5,3% dei pazienti è deceduto per tossicità o infezioni entro 28 giorni dall’infusione, evidenziando la necessità di una gestione attenta degli eventi avversi.
Le conclusioni e le prospettive
Lo studio conferma che brexu-cel è altamente efficace nel trattamento della B-ALL recidivata/refrattaria, mostrando tassi di risposta elevati e una buona sopravvivenza a breve termine. Tuttavia, la sindrome da neurotossicità e la mortalità precoce sono dei problemi clinici concreti, soprattutto nei pazienti con un alto carico di malattia preinfusione. Il consolidamento con trapianto ematopoietico post-brexu-cel sembra migliorare significativamente la sopravvivenza libera da progressione, suggerendo che tale strategia potrebbe essere una componente chiave del trattamento.
Brexu-cel rappresenta una terapia innovativa e promettente per gli adulti con B-ALL recidivata/refrattaria, offrendo alti tassi di remissione e una sopravvivenza incoraggiante. Tuttavia, la gestione delle tossicità e la selezione appropriata dei pazienti rimangono fondamentali per ottimizzare i risultati. L’uso del trapianto allogenico come terapia di consolidamento potrebbe ulteriormente migliorare gli outcome nei pazienti candidati.
Fonte
J Clin Oncol. 2024 Oct 17:JCO2400321. Epub ahead of print.
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/39418622/