Belantamab mafodotin, pomalidomide e desametasone nella terapia del mieloma multiplo

I pazienti affetti da mieloma multiplo spesso mostrano progressione della malattia dopo la terapia iniziale, creando la necessità di combinazioni di farmaci di seconda linea più efficaci. Belantamab mafodotin è un anticorpo coniugato diretto contro l’antigene di maturazione delle cellule B (BCMA, ossia il B-cell maturation antigen), considerato un bersaglio valido per il trattamento del mieloma multiplo. Un recente studio clinico denominato DREAMM-8 ha indagato l’efficacia e la sicurezza di una combinazione di farmaci – belantamab mafodotin, pomalidomide e desametasone (BPd) – nel trattamento del mieloma multiplo recidivato o refrattario. Questo regime terapeutico viene confrontato con un altro trattamento standard che includeva pomalidomide, bortezomib e desametasone (PVd). I risultati dello studio hanno implicazioni importanti per il trattamento del mieloma multiplo

La terapia BPd

Lo studio DREAMM-8 è uno studio globale di fase 3, randomizzato e in aperto, in cui i pazienti sono stati suddivisi in due gruppi: uno che ha ricevuto BPd e un altro che ha ricevuto PVd. I pazienti sono stati seguiti per un periodo di circa 2 anni, con controlli regolari per monitorare la progressione della malattia e gli effetti collaterali. L’obiettivo principale dello studio DREAMM-8 era valutare la sopravvivenza libera da progressione, ovvero il tempo durante il quale i pazienti non mostravano progressione della malattia. Altri obiettivi includevano la sopravvivenza globale, il raggiungimento dello stato di malattia minima residua negativa e la durata della risposta al trattamento.

I risultati hanno mostrato che il gruppo BPd ha avuto una sopravvivenza libera da progressione significativamente migliore rispetto al gruppo PVd. In particolare, il rischio di progressione della malattia o di morte è stato ridotto del 48% nel gruppo BPd rispetto al gruppo PVd. Inoltre, i pazienti trattati con BPd hanno mostrato una percentuale più alta di risposte complete o migliori (40% contro il 16% del gruppo PVd).Il trattamento con BPd è stato associato a effetti collaterali oculistici significativi, con il 79% dei pazienti che ha riportato problemi di vista, come visione offuscata o secchezza oculare. Questi effetti collaterali hanno portato a ritardi nelle somministrazioni o a riduzioni delle dosi del farmaco belantamab mafodotin. Tuttavia, la maggior parte degli eventi oculari si è risolta con il tempo e solo il 9% dei pazienti ha interrotto definitivamente il trattamento a causa di questi problemi. Nel gruppo PVd, invece, gli eventi oculari sono stati molto meno comuni.

Il regime BPd ha dimostrato un significativo vantaggio in termini di sopravvivenza libera da progressione rispetto a PVd, e potrebbe quindi essere un’opzione terapeutica promettente per i pazienti con mieloma multiplo recidivante o refrattario, in particolare quelli che hanno già ricevuto Lenalidomide. Tuttavia, gli effetti collaterali oculari rappresentano una sfida importante che richiede un’attenta gestione. I risultati dello studio hanno implicazioni importanti per il trattamento del mieloma multiplo, soprattutto nei pazienti che non rispondono più alle terapie convenzionali. BPd potrebbe offrire un’opzione più efficace, ma è necessario trovare un equilibrio tra i benefici del trattamento e la gestione degli effetti collaterali, in particolare quelli oculari.

 

Fonte

N Engl J Med. 2024 Aug 1;391(5):408-421.

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/38828951/

 

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