ASH: studio di fase 1-2 sulla Leucemia Mieloide Acuta con mutazione del gene FLT3-ITD
All'ultimo Congresso dell’ASH, dell’American Society of Hematology, sono stati presentati diversi studi sulla Leucemia Mieloide Acuta (LAM). In proposito, sono stati riportati i risultati di un innovativo studio di fase 1-2 riguardante l’utilizzo di una tripletta di farmaci antileucemici (Quizartinib, Venetoclax e Decitabina) nei pazienti con LAM con mutazione del gene FLT3-ITD. Scopri i risultati dello studio.
Studiare la malattia per trovare nuove soluzioni terapeutiche
Il linfoma Plasmablastico (PBL) rappresenta un tipo aggressivo di linfoma B con una prognosi sfavorevole e la cui individuazione è ancora una sfida per i patologi, con frequenti diagnosi ritardate o mancate. Data la sua rarità, uno standard terapeutico non è stato chiaramente identificato e mancano ancora studi prospettici dedicati a questa patologia. Grazie all’impegno della FIL, Fondazione Italiana Linfomi, e al sostengo economico di AIL, si vuole iniziare a tracciare un percorso diverso per il linfoma Plasmablastico. Nel 2023 partirà uno studio osservazionale, multicentrico, internazionale, retrospettivo, con l’obiettivo di raccogliere ed analizzare i dati clinici, le caratteristiche anatomo patologiche, i trattamenti utilizzati e l’outcome dei pazienti affetti da dalla patologia, per capirla, diagnosticarla e curarla sempre meglio.
"Il linfoma plasmablastico è una malattia aggressiva che ancora non ha un trattamento standardizzato - spiega Andrés J.M. Ferreri, Presidente FIL- con questo studio internazionale vogliamo raccogliere informazioni e materiale biologico da un numero impostante di pazienti per identificare nuovi bersagli terapeutici".
All'ultimo Congresso dell’American Society of Hematology (ASH) che si è tenuto lo scorso dicembre, grande spazio è stato riservato alle patologie della linea mieloide, in particolare alla Leucemia Mieloide Acuta (LAM). In proposito, sono stati riportati i risultati di un innovativo studio di fase 1-2 riguardante l’utilizzo di una tripletta di farmaci antileucemici (Quizartinib, Venetoclax e Decitabina) nei pazienti con LAM con mutazione del gene FLT3-ITD. Tale mutazione, qualora presente, conferisce alla leucemia caratteristiche di maggiore aggressività, rendendo necessario un trattamento con chemioterapia intensiva ad alte dosi per poter raggiungere una risposta soddisfacente.
Purtroppo, molti pazienti, per età o per la presenza di comorbidità, non sono candidabili a questa procedura e necessitano quindi di nuove strategie terapeutiche. Pertanto, nei pazienti LAM FLT3 positiva (sia alla diagnosi, sia in recidiva) non candidabili a chemioterapia intensiva, gli sperimentatori hanno valutato la sicurezza e l’efficacia di un inibitore selettivo di FLT3-ITD, il Quizartinib, associato alla terapia standard consistente in un agente ipometilante, la Decitabina, e un inibitore di BCL2, il Venetoclax.
Lo studio ha arruolato 50 pazienti, 10 con nuova diagnosi e 40 con malattia recidivata o refrattaria (R/R). In questa complessa categoria di pazienti, che avevano già ricevuto una mediana di 3 precedenti linee di terapia – compresi inibitori di FLT3 (soprattutto gilteritinib), il tasso di remissione completa è stato del 68%, mentre il tasso di remissione molecolare con malattia minima residua (MRD, minimal residual disease) negativita analizzata tramite immunofenotipo e per ricerca della mutazione di FLT3 è stato del 29% e 36%, rispettivamente.
Al contrario, tutti i 10 pazienti con LAM di nuova diagnosi hanno raggiunto una remissione completa e, con un follow-up mediano di oltre 1 anno, la sopravvivenza mediana non è stata raggiunta.
I risultati dello studio illustrano come la combinazione di Decitabina, Venetoclax e Quizartinib abbia dimostrato una certa efficacia nei pazienti con LAM FLT3 positiva, inclusi quelli fortemente pretrattati. Sono tuttavia necessari coorti più ampie di pazienti e con un follow-up più lungo per trarre conclusioni più definitive.
Fonte
Blood 2023;142 (Suppl.1):158