La storia di Marta, paziente

    La storia di Marta, Paziente

    Mi chiamo Marta e ho 27 anni. Lo scorso 3 maggio il Linfoma di Hodgkin ha bussato alla mia porta e, senza chiedere permesso, è entrato stravolgendo tutto.

    Il mio corpo mi stava già dicendo da tempo che qualcosa non funzionava (i sintomi c’erano tutti), ma fino a quella data nessuno pensava a Mr. H.

    Di lì a poco si sarebbe celebrato il mio matrimonio e non immaginavo, di certo, di scoprire di avere il cancro.

    “Perché a due mesi dal mio matrimonio?”, mi sono ripetuta per giorni.

    Perché è dovuto accadere proprio nel momento più bello per una giovane coppia? Un matrimonio atteso, desiderato, preparato nei minimi dettagli e con quell'amore incredibile che avvolge tutti.

    1 luglio 2017, una data fissata mesi e mesi prima e che, nonostante tutto, è rimasta!

    Dal 3 maggio è stato tutto un susseguirsi di esami, medici, chirurghi, punti di sutura e informazioni, dettagli, specifiche e conseguenze di quell'ospite inatteso.

    A 25 giorni dal gran giorno decidiamo, in accordo con i medici, di iniziare la vitale chemioterapia per guarire, con la speranza di non perdere subito i capelli.

    Agguerrita più che mai e con la mia cuffia ghiacciata (ebbene sì, 8 somministrazioni di chemio tutte fatte con la cuffia refrigerante per tenere il più fredda possibile la cute… fortuna che era estate!), il 6 giugno inizio la mia maledetta avventura.

    Tutta proiettata verso il matrimonio tra punture per i globuli bianchi, febbre e stanchezza, ho preparato, grazie a coloro che avevo intorno, bomboniere, sacchettini di riso, letture per la messa, insomma, ho terminato i preparativi!

    Neanche a dirlo, il 1 luglio 2017 è stato il giorno più bello della mia vita, anzi della nostra. Sì, perché mio marito, l'uomo meraviglioso che ho a fianco, non ha abbandonato il sorriso e la sua battuta sempre pronta neanche per un momento. E quando quel giorno mi ha aspettata all'altare il mio cuore è scoppiato di felicità, di amore e di voglia di vivere.

    Proprio come nei miei sogni, è stata una festa fino a notte fonda, circondata dall'affetto di persone che per sempre resteranno nel mio cuore. Un giorno splendente che mi ha aiutato ad affrontare tutte le fasi successive. Tutti gli altri cicli di chemio e tutte le conseguenze che ne sono derivate.

    Ho sempre aiutato il mio fisico a combattere la malattia, dai piccoli accorgimenti omeopatici alle lunghe passeggiate al mare o in montagna la mattina presto con mia madre, dai massaggi rilassanti alle letture intense.

    Ma soprattutto ho avuto sempre la forza e la voglia di uscire con mio marito, con gli amici e anche di festeggiare il Ferragosto al mare, rigorosamente con cerotto resistente all'acqua per proteggere il port-a-cath!

    Fortunatamente, già dai primi controlli, previsti a metà dei cicli chemioterapici, è emerso che il combattimento contro Mr. Hodgkin stava riuscendo alla grandissima. Cosa poi anche confermata ai controlli a fine chemioterapia.

    Fine della chemioterapia.

    Gli ultimi scalini sono i più duri, dicono. È vero, ma poi l'idea di non dover tornare ogni due settimane a sottoporti a quelle flebo, ti dà una sensazione di libertà che non si può descrivere.

    I capelli sono rimasti, più fragili, più corti, più spenti e molti meno di quando ho iniziato, ma sono rimasti! E forse, erano anche un po' lo specchio del mio organismo.

    Ma una cosa è certa, per quanto fragile, non ho mai lasciato che la malattia prendesse il sopravvento. Non ho mai permesso che a guidare fosse lei!

    Il protocollo, poi, ha imposto anche una radioterapia e così, a dicembre, ho iniziato.

    Insieme alla maschera, era più una gabbia in realtà, mi hanno sottoposta a 17 sedute, tutti i giorni (a Natale no eh!) fino al 29 dicembre scorso.

    Ero pronta a festeggiate l'anno nuovo, il 2018!

    Questi primi mesi sono andati alla grande, con nuove prospettive lavorative, tanti progetti in mente e la malattia che inizia ad essere parte di me; non mi abituerò mai, probabilmente, ai controlli e a gestire la paura del suo ritorno, ma piano piano, la quotidianità riporterà quella sua banale, eppure così bella, leggerezza e ogni cosa tornerà al suo posto.

    Nella speranza infinita di un futuro migliore e in salute ringrazio i miei genitori, mio marito e mio fratello senza i quali non ce l'avrei mai fatta!

    A tutti coloro che stanno leggendo auguro e consiglio di cercare di vivere sempre con il sorriso sul volto e di gioire delle piccole cose.

    Vi chiedo, inoltre, di donare il 5x1000 ad AIL. Con un semplice gesto, aiutiamo chi ci aiuta!

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